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Seminario "Uno sguardo su Gaza"

Il seminario “Uno sguardo su Gaza” nasce sotto forma di laboratorio con l’intento di costruire uno spazio di riflessione e  incontro fra culture e paesi dilaniati dalla guerra, in cui i relatori possano avere l’opportunità di “narrare” i fatti, tralasciati o edulcorati dal racconto dei mass media ed essere testimoni attivi e “ terapeuti” al tempo stesso.

Il  23 gennaio 2015 l’Associazione Psicologi per i Popoli Emilia Romagna ha così organizzato  il seminario, che si è svolto a Bologna, con l’obiettivo di aprire una finestra sulla situazione Israelo-Palestinese e i margini di intervento psicosociale in tale territorio. Hanno partecipato all’evento psicologi, psicoterapeuti, ma anche altri professionisti e cultori della materia.

Sono intervenuti in tale occasione il Prof. Dottore Angelo Stefanini, medico-chirurgo, direttore del Centro di ricerca di Salute Internazionale ed Interculturale istituito dall’Università di Bologna, presso l’Istituto di Igiene, rappresentante nel 2002 del country office dell’OMS a Gerusalemme, ha lavorato per i territori palestinesi occupati. Ex coordinatore di programmi sanitari della cooperazione italiana (2008-2011) nel Territorio Palestinese Occupato, è impegnato oggi nel  denunciare le continue violazioni da parte di Israele agli accordi di pace e delle leggi internazionali e il Professor Guido Veronese, psicologo-psicoterapeuta, ricercatore presso l’Università di Milano Bicocca, nonché membro di Psychologist for Human Rights, ed esperto di traumi collettivi ed individuali di guerra. Ha effettuato un corso di formazione per conto del Ministero della Salute Israeliano sugli strumenti di terapia familiare, poi ne ha organizzato un altro nel West Bank a Tulkarm City con la Youth Men Christian Association sempre sugli strumenti di terapia familiare. Ha portato avanti altri corsi di formazione per i dottori di Gaza presso l’Ospedale di Gaza City in collaborazione con l”OMS.

L’evento si è aperto con la presentazione, a cura del Dottor Stefanini, dei fatti storici che hanno portato all’attuale situazione tra Istraele e Palestina. Successivamente è stato delineato il contesto attuale e la natura dei rapporti tra le due popolazioni che condividono il territorio, nonché le principali problematiche affrontate dalla popolazione Palestinese, non solo a Gaza, ma anche in Cisgiordania: riduzione di spazio fisico e psicologico, problemi igienici, demolizione di case, insediamenti illegali, strade bloccate, violenze, povertà, insicurezza alimentare, ecc. L’overview offerta dal Dottor Stefanini, arricchita dal racconto di fatti sconcertanti e vivide esperienze personali, si è conclusa con la dimostrazione che è proprio l’occupazione israeliana la causa della crisi umanitaria a cui si assiste ormai da decenni in quella zona.

L’intervento del Professor Veronese è stato invece mirato a fornire uno sguardo inedito sull’atteggiamento dello psicologo dell’emergenza che si reca nella Striscia di Gaza, le difficoltà ed i limiti incontrati in un contesto tanto diverso, i cambi di prospettiva che si aprono al contatto con altre culture ed altre situazioni. Punto centrale dell’intervento è stata la sua esperienza in un campo profughi nel 2006, con l’obiettivo di effettuare uno studio sui bambini che inseguono i carri armati a Gaza, figure emblematiche della resistenza palestinese all’occupazione. Da tale vissuto il Professor Veronese ha elaborato alcune riflessioni condivise durante il seminario. Il primo punto di attenzione è emerso nel prendere atto dei limiti degli inquadramenti diagnostici e degli strumenti sviluppati in occidente, che creavano un gap rispetto a quanto raccontato nelle interviste da bambini, insegnanti e social workers. Da questo fatto si è sviluppata una critica al concetto di resilienza, al quale si è preferito quello di resistenza, nozione scomponibile in agency (volontà di essere attori sociali) e attivismo (volontà di lottare contro l’occupazione). Il Professor Veronesi ha poi scardinato i pregiudizi più diffusi tra i clinici, riguardanti: l’adozione di una prospettiva dicotomica guerra-pace (sottolineando che le condizioni di vita pre e post trauma dei bambini di Gaza sono altrettanto violente e difficili), i bambini visti come fragili e senza speranze, l’inevitabilità del trattamento del trauma, la patologizzazione stigmatizzante dei bambini.

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